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Vennero interrotti da un sommesso bussare alla porta dell'ufficio. - Sceriffo? Il caffè e le ciambellle... - - Entra pure, Lucy! - rispose Truman. La porta si aprì ed entrò la donna della reception, appoggiando sulla scrivania un vassoio con tre tazze piene fino all'orlo di caffè e alcune ciambelle. - Grazie, Lucy, ora puoi andare - disse Truman - Ah!... Se Hawk dovesse rientrare, per favore digli di aspettarmi in sala riunioni, d'accordo? - Certamente, sceriffo. - la donna uscì di nuovo, riciudendo la porta dietro di sè. I due agenti dell'FBI sorseggiarono il caffè bollente, annuendo compiaciuti, poi Mulder aprì il suo fascicolo. - Dunque, sceriffo... andiamo con ordine. Nel 1990 l'agente Dale Cooper é arrivato qui da voi per indagare sull'omicidio di una ragazza del posto... una certa... Laura Palmer, é corretto? - Si, esatto. - Le indagini di Cooper portarono all'individuazione dell'assassino, che risultò essere il padre della ragazza, Leland Palmer... che la stessa notte del suo arresto, si uccise nella camera di sicurezza in cui era stato rinchiuso, giusto? - Si, anche questo é esatto. - Dopodichè... - Mulder scartabellò nel suo fascicolo - ... l'agente Cooper fu coinvolto in un'altra indagine riguardante un ex-collega che aveva dato di matto... l'ex agente speciale Windom Earle. Ora, sceriffo... le informazioni ufficiali non sono molto chiare. Da quel che ho potuto apprendere attraverso i canali dell'FBI, Windom Earle venne ucciso mentre stava tentando di sfuggire alla cattura, e l'agente speciale Cooper rimase gravemente ferito alla testa. In conseguenza di questa ferita, il suo stato psicofisico risultò gravemente compromesso, e venne ricoverato al Mayfield Psychiatric Hospital di Hammond, New Jersey, dove si trova tutt'ora, in stato catatonico da oramai sei anni. Questo, almeno, stando alla versione ufficiale della vicenda, da lei stesso avallata, sceriffo... ho qui la sua relazione. La riconosce? Il volto di Truman rimase imperturbabile mentre esaminava i fogli - Si, certamente, agente Mulder. - Molto bene, sceriffo - Mulder appoggiò i gomiti sulla scrivania e si schiarì la voce. - Anch'io ho sempre accettato questa versione dei fatti... in fondo, non conoscevo Cooper, e non era il mio ambito di competenza. Ma circa un mese fa, ho ricevuto la telefonata di un collega che non conoscevo... il dottor Albert Rosenfield. Mi pregava di raggiungerlo al Mayfield, perchè "un collega ed amico ricoverato laggiù aveva chiesto espressamente di vedermi".... seppi, poi, che si trattava di Cooper, e le confesso che sono rimasto molto perplesso: insomma, all'infuori di quella breve conversazione a Quantico, non ho mai avuto a che fare con l'Agente Speciale Dale Cooper, non lo conoscevo, non ero suo amico... eppure voleva vedere proprio me. Non le pare una cosa alquanto singolare, sceriffo? - Si, infatti - ammise Truman - la cosa sembra davvero molto strana anche a me.... agente Scully, lei ha mai conosciuto Cooper? - No - ammise la donna - ma ho seguito alcuni coprsi di aggiornamento professionale col dottor Rosenfield... anch'io sono medico. Rosenfield é molto in gamba, anche se non é un mostro di simpatia.... - Già - Truman sorrise - non ha molta delicatezza per quanto riguarda i rapporti umani... mi scusi, agente Mulder, non volevo deviare il discorso. Dunque Cooper ha chiesto di poterle parlare? Allora si é risvegliato!... E' per questo motivo che lei é qui? Cosa le ha detto, agente Mulder?... - Non abbia troppa fretta, sceriffo - Mulder accarezzò distrattamente la copertina del suo fascicolo - mi ascolti attentamente....
[CONTINUA]
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