Ritorno a Twin Peaks, Tende insanguinate

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gigante95
view post Posted on 14/4/2009, 17:05




ESTERNO DEL GREAT NORTHEN HOTEL, TWIN PEAKS
La macchina di Cooper si fermò davanti al greath northen hotel, il guidatore scese dalla macchina e si diresse verso l’ entrata.
GREATH NORTHEN HOTEL, TWIN PEAKS
Cooper notò che l’ interno dell’ hotel era illuminatissimo, tutto era trattato con la massima attenzione.
Cooper si diresse verso la reception e salutò la donna dall’ altra parte, la quale si stava limando le unghie, e chiese la camera. Gli fu offerta la camera 133. Pagò in contanti e si diresse verso le scale.
“Cooper, Cooper!” gridò una voce dietro di lui. Era Miss. Horne, vestita con una minigonna e con un maglione rosa schoccing a chiamarlo.
Bob si girò, il vecchio Leland si girò, Cooper si girò. Poi “Ciao, orsacchiotta, dov’ è papà?”.
Audrey guardò Cooper con aria stupefatta, prima pensò al fatto che Cooper non sapesse niente della morte del padre, poi all’ “orsacchiotta” che aveva utilizzato per salutarla. Solo Leland Palmer aveva osato chiamarla così.
“Sembri Leland Palmer, Cooper. Perché cavolo mi hai chiamato orsacchiotta? E mio padre è morto, non darà più fastidio a nessuno.” Disse lei, arrabbiata chissaperchè.
“Ehi, calmati, Audrey!” disse Cooper, con un fil di voce.
“Oh, Cooper.” Audrey abbracciò l’ agente con un affetto con venne ricambiato. “Come stai? Su, prendi una camera e…”
“Già fatto, grazie.”
“Allora vai a lasciare le valigie, se ne hai qualcuna, e vieni nella zona ristorante, è sempre dove si trovava…. Quando…. Diciassette anni fa.”
Cooper acconsentì e si diresse per le scale, con un borsone blu nella mano destra, e aprì la porta della sua stanza. Dentro c’ era un aroma di legno elettrizzante, un atmosfera di freschezza rilassante, che fece scoppiare a ridere Bob.
Cooper buttò il borsone sul letto e si diresse di nuovo verso le scale. Entrò nella zona ristorante ma non vide Audrey.
Alle sue spalle udì un “Te l’ avevo detto, te l’ avevo detto che sarebbe tornato!”. Bob si girò e vide Annie Blackburn , con un braccio bloccato fermamente dalla sorella Norma, che lo fissava.
Bob si diresse verso le due donne. Baciò calorosamente Annie, poi Norma gli diede uno schiaffo molto forte sulla guancia destra.” Porco maniaco!” disse Norma. Nonostante Norma continuasse ad imprecare contro Cooper, Bob riuscì a dire ad Annie “Noi due ci vediamo stasera, al double r”.
Poi si girò e vide che Audrey era appoggiata sul bancone più avanti, stava sorseggiando del Wiscky in un bicchiere di vetro molto piccolo. Lui le si avvicinò e si sedette vicino a lei
Bob sentì Norma dire alla sorella di andarsene dal ristorante, Annie acconsentì.
Cooper guardò negli occhi Audrey, poi baciò anche lei. Il baciò fu ancora più caloroso di quello che aveva offerto ad Annie. Poi disse alla donna “Vorresti… vorresti giocare con Bob, bambola?”. Lei non capì.
BOOKHOUSE, TWIN PEAKS
Bobby Briggs si stava felicemente ubriacando insieme ad un paio di amici. Aveva 31 anni adesso, ma non aveva certo imparato a non frequentare brutte compagnie.
John Drugs ruttò e poi vomitò sul tavolo, vicino a lui vi era Matt Smoking, che chiese a Bobby “EhI BOooooBBbby, COOOme StA tUa mogLie?” e lui “Bene grazie, e la tua?”, fu Andy Drink a rispondere “Da quand’ è che Matt ha una moglie?”. “Non lo so proprio!” rise Bobby “Come diavolo mi vengono in mente certe cose?”
A due tavoli di distanza da loro Nadine Hurley (non più Hurley), si stava ubriacando anche lei, ascoltando però la musica proposta sul palco. “Un brano nuovo” pensò, poi bevve un altro sorso di birra. Poi si alzò e, passando davanti a Bob e compagnia, disse “Incivili animali animali! Tornatevene nel porcile, insieme ad Ed. Siete uguali a quell’ altro animale!”
CAMERA 133 DEL GREATH NORTHEN HOTEL, TWIN PEAKS
Bob si buttò sul letto e chiuse gli occhi. Ma non voleva dormire, voleva, anzi, doveva, attendere.
Attese per tanto tempo, fino a quando… non udì il fruscio. L’ aliena brezza di un mondo dentro il nostro mondo. Il suo, il loro mondo. La loggia.
Cooper aprì gli occhi, e vide la tenda rossa muoversi piano, molto piano. Si alzò dal letto e si diresse verso la tenda rossa, la scostò leggermente ed entrò.
Cooper l’ altro lo fissava, il nano lo fissava, la vecchia e il nipote lo fissavano, tutti quanti lo fissavano,lo fissavano sempre. Era insopportabile per Bob.
Bob era fuori da Cooper, adesso. IL suo ospite era di nuovo sospeso in aria. I suoi occhi erano chiusi. Sembrava dormire.
“Cosa c’ era che poteva interessarmi qui a Twin Peaks?” chiese.
“Qualcuno uccide, Bob, ed è bravo, anche. Prendi il controllo della sua anima. Sarà… interessante” rispose l’ altro Cooper.
“Chi è?” chiese lo spirito.
“Si chiama… Bob, ma non sei tu. E’ un altro, un altro Bob.” Rispose l’ altro.
Bob sorrise.

Cooper aprì gli occhi, si sentì leggero, quasi un fantasma. Era sospeso in aria, quella sensazione era orribile. Davanti a lui si ergeva, seduta, Laura Palmer.
Bob non lo guardava.
Cooper, con uno sforzo enorme, avvicinò piano la sua mano al volto della giovane donna.
Laura non aveva paura, voleva, voleva essere toccata da quelle mani che in 17 non avevano mai toccato ciò che desideravano, stoppate da Bob.
Bob urlò non appena vide Cooper, ma l’ altro aveva toccato Laura. Lei sorrise, e pianse.
Poi tutto fu molto veloce, il nano si alzò in piedi. E parlò, non con quella voce strana di sempre, ma normalmente. Disse : “Sai, Cooper, perché queste tende sono rosse? Sono… sangue.” Poi rise.
Le tende smosse da un vento di origini sconosciute si trasformarono in un liquido rosso. SANGUE. La sala fu invasa dal liquido, ma il nano non sembrava curarsene, rideva, rideva, rideva.
 
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